63. Diverso da chi?
17 maggio 1990: trent'anni fa l'omosessualità viene eliminata dalla lista delle patologie psichiatriche presenti nel DSM, Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali ed anche l'OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, la depenna dall'elenco definitivamente. Fino al 1974 l'omosessualità era inserita all'interno del Manuale Diagnostico e Statico dei Disturbi Mentali (DSM). Prima di quella data vi era una prima versione, quella del 1952, dove era considerata un "Disturbo sociopatico di personalità", mentre nel 1968, una devianza sessuale inserita tra i "Disturbi Mentali non Psicotici". La data del 17 maggio 1990 segna una svolta nella percezione culturale della omosessualità.
Dal 2007 in questo giorno si celebra la Giornata mondiale contro l'omofobia e la transfobia, una ricorrenza promossa dal Comitato Internazionale per la Giornata contro l'Omofobia e la Transfobia e riconosciuta dall'Unione europea e dalle Nazioni Unite. Con il passare degli anni a questa giornata venne aggiunta la sensibilizzazione contro la transfobia, in particolar modo verso la violenza nei confronti di persone transgender (2009) e la bifobia (2015). In un mondo in cui l'orientamento sessuale è ancora motivo di atteggiamenti di odio e discriminazione, è sempre più importante essere in grado di prendere una posizione per la difesa del diritto, per tutti, di amare.
Il trentennio (1939-1969) tra la morte di Freud, che sosteneva la bisessualità innata nell'uomo, e i moti di Stonewall, lotte del movimento gay statunitense, fu un periodo fiorente per le terapie di riconversione: i medici che consideravano l'omosessualità come un disturbo curabile adoperarono diverse tecniche di modificazione comportamentale, tra cui il ricondizionamento masturbatorio, l' addestramento alle regole sociali e la terapia elettro convulsivante, shock elettrici somministrati ai genitali dei pazienti, o la combinazione della pletismografia, eccitazione stimolata artificialmente, con l'elettroshock ai genitali. Insomma, vere e proprie barbarie in un'epoca moderna e tutt'altro che medievale.
L'eliminazione dell'omosessualità dalla lista delle malattie mentali del 1990 non ha però completamente fermato queste pratiche aberranti e incivili. In alcuni Stati americani e nazioni nel mondo, organizzazioni, in modo piú o meno placito sostenute dalle varie confessioni cristiane, si propongono di "guarire" le persone omosessuali con vere e proprie 2terapie riparative" o di "conversione", un metodo inteso a cambiare l'orientamento sessuale di una persona dall'omosessualità originaria all'eterosessualità, oppure ad eliminare o quantomeno ridurre i suoi desideri e comportamenti omosessuali. Sono state tentate diverse tecniche, incluse modificazione del comportamento, terapia dell'avversione, psicoanalisi, preghiera e terapie religiose quali l'esorcismo. La terapia di conversione è strettamente associata con il movimento degli ex-gay, il quale presenta una componente religiosa più spiccata. I gruppi di ex-gay tendono principalmente ad evitare le attività sessuali tra persone dello stesso sesso, e solo secondariamente (o a volte per nulla) a cambiare l'orientamento sessuale che sta alla base di quei comportamenti.
Cosa sia una "terapia riparativa" lo spiega in modo dettagliato un articolo del Hoffimngton Post : una violenza psicologica che può creare (e di fatto lo ha fatto in molti casi) delle vere e proprie bombe ad orologeria. Sebbene alcune persone affermino di essere state "curate" a seguito di una psicoterapia riparativa, è allo stesso tempo plausibile che si tratti semplicemente di una repressione temporanea degli impulsi omosessuali, risultato della prolungata attività di condizionamento effettuata dal terapeuta. Le conseguenze sulla salute mentale nel lungo termine però potrebbero rivelarsi veramente pericolose, trasformando il soggetto in un vaso di Pandora pronto a esplodere. Come per esempio è successo nel caso di Bruce MacArthur, responsabile dell'omicidio di 8 persone a Toronto tra il 2010 e il 2017. I genitori, molto cattolici, non accettarono la sua omosessualità, e lui nemmeno. Per questo motivo tentò di reprimerla in ogni modo. Ed è solo il caso piú eclatante.
Pochi giorni fa OutRight Action International ha pubblicato un report (che potete leggere in originale quí) sulle terapie riparative nel mondo, che si basa su 489 sondaggi in 80 paesi emerge e dal quale emerge come queste tecniche siano un problema mondiale. Secondo il report, in 40 paesi i professionisti della salute costituiscono la maggioranza tra chi mette in pratica queste tecniche. Parliamo di medici, psicologi, psichiatri, psicoterapeuti, sessuologi, counsellors e praticanti di ayurveda che perpetuano credenze antiscientifiche e discriminazione in violazione degli obblighi etici di base della loro professione. A loro si aggiungono figure religiose e talvolta anche la polizia.
E poi c'è l'aggravante omofobica, molto presente nelle aggressioni e nei casi di omicidio. E l'omofobia, insieme ad altre forme di intolleranza e discriminazione, è solo la forma concreta di una violenza ben piú diffusa e sempre piú radicata anche nel discorso politico. Una fetta tristemente sempre piú ampia di esponenti di estrema destra raccolgono consenso alimentando i discorsi di odio, che mirano a screditare una persona o un gruppo di persone sulla base di alcune caratteristiche (come quelle citate prima) nonché́ a istigare all'odio nei confronti delle stesse. e questo si materializza in azioni mirate contro esponenti di determinati soggetti, nell'impunità data da un sistema di giustizia lento e carente e soprattutto nella completa assenza di una legge che introduca l'omofobia come aggravante. Legge ampiamente osteggiata ovviamente da chi si sente in dovere di spargere odio, avocando a sé una lotta ad una "censura" che altro non sarebbe invece che togliere a certa destra ossigeno elettorale.
Anche se le statistiche in materia di hate crimes nei confronti delle persone LGBT sono scarse e la criminalizzazione di queste condotte non riguarda ancora tutti gli stati membri della UE, un report condotto dalla Agenzia Europea per i diritti fondamentali (FRA) dimostra come i crimini commessi in ragione dell'orientamento sessuale e dell'identità̀ di genere rappresentano un preoccupante fenomeno sociale e la protezione di questi gruppi non è ancora sufficiente. Questo vale in particolare per l'Italia che, pur prevedendo una legge che punisce espressamente i crimini e discorsi d'odio, (la cosiddetta legge "Reale-Mancino") ha adottato una formula che non include né esplicitamente né implicitamente la tutela delle persone Lgbt. Non esiste neppure alcuna specifica previsione di una aggravante per i reati commessi con movente omofobo. Quindi, ad oggi ancora in Italia le persone gay, lesbiche, bisessuali e transgender non godono di alcuna specifica protezione prevista dalla legge e, se vittime di violenza, il movente omofobico o trans fobico che ha generato il reato non ha alcuna rilevanza giuridica.
Nel resto d'Europa sono diversi i Paesi che hanno già previsto espressamente il reato di omofobia (incitement of heatred) e/o una circostanza aggravante della pena legata all'omofobia (aggravating circumstance). Tuttavia, anche in assenza di un'apposita normativa che punisca con un reato specifico e/o con una "pena aggravata", in caso di reati commessi con un movente omofobico o trans fobico ogni persona LGBT che ha subito una violenza, una minaccia, un'aggressione o un reato di qualsiasi genere in ragione del proprio orientamento sessuale o della propria identità̀ di genere potrà rivolgersi alle Autorità̀ di Polizia, denunciare l'accaduto e vedere successivamente tutelati i propri diritti. Reati tipici a sfondo omofobico o trans fobico possono essere, ad esempio: percosse, lesioni personali, ingiuria, diffamazione, violenza sessuale, violenza privata, minaccia, atti persecutori, danneggiamento ed altri ancora. Proprio per prevenire e contrastare i reati connessi al fenomeno della discriminazione la Polizia di Stato italiana ha creato l'OSCAD, Osservatorio per la Sicurezza Contro gli Atti Discriminatori.
In questo trentesimo anniversario dalla cancellazione dell'omosessualità dalla lista delle malattie mentali quindi, siamo ancora ben lontani da una risoluzione del problema. Anzi l'acuirsi della crisi economica e sociale che stiamo attraversando, causata dal Lockdown e dal Covid19, potrebbe innescare una spurale regressiva laddove si affermassero partiti che osteggiano una completa "accettazione" del movimento lgbt nel tessuto sociale e culturale del mondo. Come stiamo vedendo in USA (dove Trump continua a smantellare le conquiste civili) e Ungheria (dove il Presidente con pieni poteri Orban decide come prima cosa di limitare le concessioni fatte al Transgender), le minoranze sono sempre le prime a pagare il prezzo di governi dispotici e apparentemente forti, che tendono a dividere la popolazione e fanno leva sulla diversità per creare la base del proprio consenso. È quindi importante non solo tenere alta la guardia contro possibili e purtroppo inevitabili recrudescenze du una forte tendenza omofobica ma, soprattutto, prepararsi a difendere i propri diritti dagli attacchi di chi vorrebbe negarceli, relegandoci a quel buio da cui ci siamo affrancati a fatica e in cui credo nessuno voglia ritornare. Se vogliamo evitare di fare la fine della Russia, dove addirittura si è aperta una vera e propria caccia agli omosessuali, dobbiamo smetterla di ignorare o minimizzare il problema, smetterla di delegare ad altri la nostra difesa e unirci. Per vivere e sopravvivere.