Soprattutto negli ultimi diciotto mesi in Italia le cose sono profondamente
cambiate. Gli italiani sono cambiati. La rabbia, l'indignazione e il senso di
ingiustizia covati per anni contro un sistema corrotto che non riusciva a
correggersi, l'odio mai davvero sopito verso i diversi e le minoranze, la paura
per una invasione che non è mai avvenuta, la
rabbia verso una Europa percepita (e fatta percepire per comodità
politica) come foriera di disgrazie e causa dei nostri mali, ci stanno
cambiando. Anni di tv spazzatura, di messaggi discordanti, di politici che
promettevano la luna e non facevano nulla, di macelleria sociale e assenza
delle istituzioni, hanno portato a quello che vediamo oggi per le strade, sui
social, ovunque.
Viene da chiedersi: siamo sempre stati cosí o lo siamo diventati? Gli
episodi di razzismo e omofobia sono aumentati per via della propaganda cui siamo
sottoposti oppure banalmente ci sentiamo legittimati a comportarci in certi
modi solo perché al potere abbiamo quegli stessi che aizzano poveri contro
poveri? Cosa è andato storto? L'evoluzione sociale avrebbe dovuto cancellare le
differenze nell'arco delle due ultime generazioni: certo, ci saranno sempre persone
"perbeniste" che fingeranno accettazione ma dentro odiano i negri, gli
omosessuali... i diversi. Anche nella tollerante ed accogliente Norvegia esistono
sacche di resistenza alla integrazione ed alla laicizzazione dello stato in
chiave liberale. Ma nel momento in cui omofobia e xenofobia sono percepite come
giuste perché sostenute da esponenti importanti per numero di sostenitori o perché
parti del governo nazionale, questa gente darà la stura alle proprie pulsioni
peggiori. Certi italiani non sono diventati razzisti, semplicemente lo sono
sempre stati. Solo che adesso non hanno piú vergogna a dirlo perché non è piú
percepito come moralmente inaccettabile.