Sono stanco di combattere con voi, idioti negazionisti, seduti comodamente sui vostri scranni di vizi a cui non sapete rinunciare. Alle mille comodità a cui potreste benissimo rinunciare ma da cui non vi staccate perché avete solo quello e null'altro. Perché senza la vostra macchinina, i vestiti firmati, le fragole a gennaio e le banane tutto l'anno, senza i vostri oggettini di plastica comprati su Wish, le vostre chincaglierie, non siete nulla.Sotto il vostro nasino passano giornalmente notizie di disastri che finiscono per influenzare la vostra vita, i vostri standard di benessere (falsati dai bisogni indotti), e li lasciate scorrere, commentando con una alzata di spalle e dicendo "che cosa posso fare io?" con la faccetta contrita come se foste i primi a battervi per l´ambiente e la sua salvaguardia, come se voi non aveste in mano i consumi mondiali, se le vostre scelte da pecoroni non influissero realmente (insieme a quelle delle altre pecore come voi accodate dietro pastori senza scrupoli), sulla vita di tutti, anche sulla mia.Pensate che il pianeta e le sue risorse siano infinite senza rendervi conto che voi sarete i primi a pagare delle vostre scelte scellerate. E che lascerete ai vostri figli un futuro di desolazione, un vero mondo d'infermo. Oh, sì certo, voi fate molto per loro! Li portate in piscina, a scuola di calcio, a danza... ma intanto gli state lasciando un mondo letteralmente di merda, e la cosa che piú mi sciocca non è il fatto che non ve ne rendiate conto, ma che proprio non ve ne fotta un cazzo! E se qualcuno, sia un vecchio capo indiano o una ragazzina cocciuta ve lo fa notare, gridate al complotto, alle grandi major che pilotano queste persone. Tutto pur di non lasciare i vostri privilegi. Senza sapere che, continuando cosí sarete costretti a lasciali.
Con la forza.
Sveglia cazzo! Il tempo di dormire, di tenere la testa sotto la sabbia è finito! Da due settimane la siberia brucia, ora anche l'Amazzonia, e guarda un po': due regioni governate da presidenti che negano non solo il problema, ma che lo nascondono alla popolazione. Gli Indios stanno lottando strenuamente per difendere la loro casa e la loro terra dalle brame delle multinazionali, in una lotta impari perché lasciati soli, perché "a noi che ce ne frega della foresta pluviale, guarda quanto verde che c'è intorno a noi!" Peccato che sia la foresta amazzonica a produrre il 20% dell'ossigeno che respiriamo! Abbiamo pianto insieme per Notre Dame. Io ho pianto come voi. Ma adesso sono da solo a piangere per le foreste della Siberia, per l'Amazzonia, per i ghiacci del polo nord, per tutti i disastri di questo malconcio pianeta.Anche perché non si tratta di "salvare il pianeta" come ci diciamo da anni ma di salvare noi stessi. In fondo il pianeta ha già attraversato indenne un paio di estinzioni di massa, continuando imperturbabile a girare intorno al suo asse. E continuerà a farlo per altri quattro miliardi di anni, con o senza di noi. Ci crediamo i possessori del mondo, ma noi siamo solo ospiti. Non possediamo nulla.E allora, mi chiedete, che cosa possiamo fare? Cominciare a chiederci come influiamo sulla società, tagliando tutto ciò che è superfluo, non necessario, che è spreco. Ci sono fior fiori di ecologisti che possono consigliarvi. Ma soprattutto scendiamo di nuovo in piazza, picchettiamo i consolati russi, brasiliani, americani e di qualsiasi nazione stia giocando con il futuro della razza umana. Svegliamoci perché alla fine, "quando avranno inquinato l'ultimo fiume, abbattuto l'ultimo albero, preso l'ultimo bisonte, pescato l'ultimo pesce, solo allora si accorgeranno di non poter mangiare il denaro accumulato nelle loro banche".