Lo scorso 11 maggio un'insegnante
di italiano dell'istituto industriale Vittorio Emanuele III di Palermo è stata
sospesa per due settimane dall'ufficio scolastico provinciale - con conseguente
dimezzamento dello stipendio - perché non avrebbe «vigilato» sul lavoro di
alcuni suoi studenti di 14 anni che, durante la Giornata della memoria, avevano
presentato un video nel quale accostavano la promulgazione delle leggi razziali
del 1938 al "decreto sicurezza" del ministro dell'Interno Matteo Salvini. Secondo
"Il Post.it", tutto sarebbe nato da un tweet inviato al ministro
dell'Istruzione Marco Bussetti a fine gennaio da Claudio Perconte, un attivista
di destra di Monza (alcuni giornali scrivono di CasaPound) che si definisce
sovranista, in cui questi sosteneva che "una professoressa ha obbligato dei
quattordicenni a dire che Salvini è come Hitler perché stermina migranti". Non
è chiaro come l'uomo abbia ottenuto le informazioni sul video della scuola di
Palermo, fatto sta che il giorno dopo, la sottosegretaria leghista ai Beni
culturali Lucia Borgonzoni è intervenuta su Facebook commentando: "Se è accaduto
realmente, andrebbe cacciato con ignominia un prof del genere e interdetto a
vita dall'insegnamento. Già avvisato chi di dovere". All'ufficio scolastico
provinciale di Palermo è poi partita un'ispezione, con conseguenti
interrogatori alla professoressa e ai ragazzi, ed è stato emesso un
provvedimento di sospensione contro l'insegnante.
Non appena la notizia è diventata
di dominio pubblico, e subito partita la gogna mediatica nei confronti della
professoressa accusata di fare politica a scuola. come se parlare di migranti e
trattare la tematica della Shoah durante la Giornata della Memoria sia non un
dovere civico ma una colpa. questo a prescindere dal fatto che a realizzare
quel video non fosse stata l'insegnante ma gli alunni in completa autonomia. La
professoressa è stata sospesa per mancata vigilanza virgola come a dire che lei
doveva vigilare sulla qualità delle idee e dei suoi alunni e impedire che
potessero esprimere certi concetti controversi. Le scimmie urlanti che seguono
il Ministro dell'Interno non si sono fatte attendere, diventando più realisti
del re e attaccando nella persona della professoressa di Palermo tutta la
classe insegnante, quella parte che non si arrende e non si allinea al
qualunquismo e al semplice nozionismo che impera nella scuola. C'è chi ripete
come un mantra quello che continuamente si sente dire sugli insegnanti, di come
siano tutti dei sinistroidi arrabbiati e stalinisti, addirittura additando la
scuola come un luogo dove si entra moderati e si esce comunisti, quando in
realtà è proprio grazie all'istruzione che si possono comprendere quali sono i
danni La dittatura, qualunque essa sia. Ma in fondo, qual è il compito di un
insegnante se non quello di ascoltare le idee dei ragazzi eventualmente
correggere i colpi punto interrogativo un insegnante deve esporre delle
tematiche e lasciate liberi i ragazzi di poter ragionare su di essi, fare delle
connessioni, aprire un dibattito e magari modellarlo. Un insegnante non può e
non deve essere un mero esecutore di programmi prestabiliti da altri, non può
inculcare nei ragazzi il senso critico che piace al governo di turno. Un
insegnante deve mostrare i fatti, presentarli nel modo più super partes possibile
e moderare il confronto fra gli alunni nell'ambito del rispetto democratico. Questi
ragazzi forse possono aver sbagliato nell'accostare le tragiche e infamanti leggi
del 1938 con il decreto sicurezza (anche se non sono completamente sicuro che
sia così). Ma questo mi sembra essere stato l'ennesimo pretesto per intimorire
gli insegnanti e costringersi ad uniformarsi a un pensiero che sia quanto più
possibile allineato con quello una certa parte politica.