Il movimento "Friday for future" partito da Greta Thunberg e arrivato a toccare gran parte del mondo occidentale democratico, ha nuovamente focalizzato l'attenzione dei media sulla questione climatica e sul rischio che la nostra società sta correndo di autodistruzione. È importante comprendere che non si tratta infatti di "salvare il pianeta" come...
Salvini e la strategia della distrazione.
Da anni gira sul web un interessante decalogo, attribuito al linguista, filosofo e teorico della comunicazione Noam Chomsky, professore emerito di linguistica al MIT (Massachusetts Institute of Technology). Chomsky è il fondatore della grammatica generativo-trasformazionale e la costante e acuta critica della politica estera oltre che la lucida analisi del ruolo dei media nelle democrazie lo hanno reso uno degli intellettuali più famosi del mondo. In realtá non si sa chi abbia stilato questo decalogo, ma sicuramente deve essere un suo estimatore se lo stesso Chomsky ha "riconosciuto" la paternità di alcune delle regole riportate nel testo. A prescindere dalla paternità però, questo decalogo è interessante perché realmente calzante alla realtá della nostra società. E spiega tanti aspetti sfuggenti di questi tempi moderni, cosí social ma anche cosí poveri di senso critico, di intraprendenza e soprattutto piena di bufale.
Il perno su cui ruota l'intero decalogo è la strategia della distrazione che consiste, come si legge nel testo, nel "distogliere l'attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche utilizzando la tecnica del diluvio o dell'inondazione di distrazioni continue e di informazioni insignificanti." Vi ricorda qualcosa? Parliamoci chiaro, da qualche anno a questa parte la crescita esponenziale di notizie false, verosimili o vere ma raccontate in modo plausibili ma con interconnessioni fantasiose, ha giocato a favore di una certa parte politica, che ha creato sulla distrazione, sul benaltrismo e sulle bufale la propria fortuna.
Abbiamo assistito ad uno scadere del discorso politico italiano al ribasso, ad una politica della distrazione, della polemica inutile, del cavillare all'azzeccagarbugli, quasi che qualcuno stesse applicando un piano scientifico per distrarre l'attenzione delle persone dai problemi reali, spingendola a guardare il dito anziché la luna. Gli argomenti sono sempre gli stessi, su cui si dibatte e dibatte senza fine, senza trovare alcuna soluzione e soprattutto, radicalizzando le posizioni tra "noi e voi" in modo monopolizzante. Distrarre e sviare il discorso è un'arma "indispensabile per evitare l'interesse del pubblico verso le conoscenze essenziali"; la paura del diverso, la creazione a tavolino di emergenze fittizie e senza fondamento, la contrapposizione sociale e culturale, la distruzione di qualsiasi base di incontro e discussione, il continuo rintuzzare di polemiche... in questo i social si sono dimostrati essere una manna dal cielo per chi fonda sul dolore, sulla paura e sulla incertezza il proprio regime.
L'ultimo grande caso di distrazione di massa è il Russia gate italiano, il presunto finanziamento richiesto dai vertici del carroccio alla Russia per continuare il proprio lavoro di sabotaggio dell'UE dall'interno. Per tutti i grandi attori della economia globale (Russia, USA e Cina) la creazione di un quarto polo politico ed economico è un rischio da scongiurare in ogni modo. Il modello democratico che a fatica stiamo costruendo in Europa è una minaccia a chi della democrazia fa volentieri a meno. Ecco quindi che la Russia foraggia quei partiti che hanno come comune denominatore la fine della UE, del libero scambio, della crescita e dello sviluppo europeo. Da anni la politica europea vive all'ombra di indiscrezioni sui finanziamenti russi a partiti di estrema destra con lo scopo di adottare un'agenda politica a favore di Mosca. Francia, Germania, Austria, Regno Unito e ora anche l'Italia.
Di tutto questo ovviamente i media parlano poco o nulla e infatti la tranche italiana di questo scandalo pan europeo esplode dal web, dove Buzz-Feed ha pubblicato una inchiesta sulle trattative tra la Lega e il Cremlino per il presunto finanziamento della campagna europea del Carroccio. È interessante notare come, analogamente a quanto successo in altre circostanze, il circo mediatico vicino all'entourage del ministro salvini si sia attivato per par dimenticare all'opinione pubblica questo spiacevole episodio inondando il web polemiche e notizie secondarie e completamente agli antipodi della polemica. Cosí scoppiano improvvisamente le polemiche: sulla pallottola ricevuta da salvini (11 luglio), sugli sgomberi di abusivi di Primavalle (15 luglio), sul censimento dei Rom (16 luglio, in mancanza di una ONG da bersagliare), sui missili sequestrati ad un suo amichetto di Forza nuova (stupendo tutti con un'uscita smentita da Digos e Procura: «Quel missile serviva a uccidermi»). Insomma, come fanno notare dalla redazione di Open, salvini parla di tutto tranne che del Russia gate. Addirittura, rifiutandosi di riferire alle camere. Anzi, andrà. Anzi, no. Forse domani, non si sa. Fino a saturare tutto, tutti gli spazi, tutte le testate, tutti i tg nazionali e locali. Si parla di tutto tranne che di Russia gate, il che è greve anzi, gravissimo.
Le risorse salviniane intanto abboccano ai suoi depistaggi, inconsapevoli araldi del suo messaggio di distrazione e distruzione. I cori belanti di "e allora il PD?" e "anche il PC prendeva soldi dalla Russia" gettano non solo altra benzina sulle polemiche inutili ma distraggono dal problema vero: un esponente di un governo nazionale non può essere finanziato da un governo estero. Lo dice anche la legge, che proibisce severamente ai partiti di ricevere finanziamenti dall'estero. Legge che (guarda il caso!), come spiega Repubblica, negli ultimi mesi la Lega ha provato a modificare per due volte.
Ma ovviamente di tutto questo l'opinione pubblica ne ha poca o nulla coscienza. Tutto viene giustificato in un balletto di benaltrismo e "e allora il (segue partito/nome a scelta)" che svia il discorso su polemiche inutili, sterili e senza alcuna utilità. Il fatto che altri, in altri periodi storici si siano comportati in modo pessimo non è assolutamente giustificabile ne deve diventare giustificazione per l'operato della classe dirigente attuale. Il fatto che altri abbiano o abbiano avuto atteggiamenti e fatto scelte sbagliate non deve assolutamente assolversi dai compiti di fare di meglio ed essere il cambiamento di cui, da quasi due anni, gli esponenti di questo governo dicono di farsi portatori.
Soprattutto farsi distrarre da chi della ammuina ha fatto un credo politico, che fonda la propria fortuna sul dividi et impera e sulla ignoranza (intesa non come modo di essere ma non conoscenza dei fatti e del circostante), è il piú grande e grave errore che possiamo compiere.
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