C'è qualcosa che però differenzia questo da altri casi simili del passato,
perché oltre al fatto di avere un carattere forte e deciso (con tutti i pro e i
contro che questo comporta), la Capitana Rackete sconta il fatto di essere una
donna con un curriculum ed un bagaglio di conoscenze impressionante. Plurilaureata,
poliglotta, con una carriera navale invidiabile, è stata definita
"sbruffoncella" da chi con tre famiglie alle spalle e senza mai aver lavorato
un giorno, fa politica ingurgitando tonnellate di cibo e vomitando ettolitri di
rabbia. Rabbia con cui contagia i suoi accoliti, che non hanno mancato di diventare
ancora peggio del loro capitano, rivolgendo alla ragazza vari insulti oltre ad offenderla
per la sua nazionalità (poi lamentiamoci se i tedeschi ci chiamano
"mangiaspagnetti"). Questo perché donna e colta, cosa che nella Italietta da
operetta nostalgico fascista e medioevalista è diventato qualcosa da odiare non
da ammirare. Inoltre, è giovane (ha appena 31 anni), e i giovani in Italia,
anche quelli italiani, sono visti o come drogati o come figli di papà, come fa
anche notare Valerio Maggio in un suo articolo molto interessante. Quindi oltre
che con l'avversione del ministro nullafacente verso le ONG, la Capitana
Rackete deve scontrarsi con un mondo vecchio, retrogrado, pieno di analfabeti
funzionali e rincoglioniti da anni di tv e berlusconismo.
In tutto questo clima ostile, la disobbedienza civile di Carole Rackete (al
netto delle responsabilità soggettive del caso, che dovrà vagliare la
magistratura) è un segnale per il mondo civile, oltre che un esempio
importantissimo. Pone l'accento su una
legge ingiusta e che viola i diritti delle persone. Ingiusta si, perché le
leggi non sempre sono perfette ma perfettibili, essendo fatte dagli uomini. E
se poi a farle sono uomini che non hanno nessun interesse a risolvere il
problema, ecco che ci troviamo con leggi di merda. La disobbedienza civile ci
fa recuperare umanità. Pensiamo a Rosa Parks, che con il suo rifiuto di cedere
il posto ad un uomo bianco diede origine al boicottaggio degli autobus di
Montgomery e alla fine della segregazione. Come disse Martin Luter King a
riguardo, Rosa Parks "rimase seduta a quel posto in nome dei soprusi accumulati
giorno dopo giorno e della sconfinata aspirazione delle generazioni future".
Rosa Parks pagò il prezzo del suo gesto con il carcere, ma divenne una eroina
dei diritti civili. Senza il suo gesto l'America non avrebbe visto l'avvio di
quel processo, ancora in corso, di normalizzazione razziale. Non esito a
definire la Capitana Carole Rackete una persona forte e determinata come la
Parks, determinata a lottare per i diritti di tutti e contro una legge che
reputa ingiusta. Ne subirà le conseguenze, lo ha già dichiarato con una dignità
ed una forza che pochi di questi tempi dimostrano di avere. La forza di un
ideale e di una battaglia giusta.