Il secondo episodio storico che ritorna
in mentre è sicuramente il Bücherverbrennungen (Rogo di libri) organizzati nel 1933 dalle autorità
della Germania nazista, durante i quali vennero bruciati tutti i libri non
corrispondenti all'ideologia nazista. I roghi vennero organizzati dalla Deutsche
Studentenschaft (Associazione degli studenti tedeschi). Il più grande rogo
avvenne il 10 maggio 1933 nell'Opernplatz berlinese; furono gli studenti
a bruciare più di 25.000 libri considerati dai nazisti "contrari allo spirito tedesco
". Nello
stesso giorno il gerarca nazista Joseph Goebbels vi tenne perfino un discorso,
dove affermava che i roghi erano un ottimo modo "per eliminare con le
fiamme lo spirito maligno del passato", dando de facto l'inizio
alla censura di Stato. Nei roghi finirono migliaia di opere letterarie e artistiche di autori
che secondo la rozza e incolta ideologia del nuovo regime avevano
"corrotto" e "giudaizzato" una presunta "cultura
tedesca" pura: opere di autori lontani nel tempo, come Heinrich Heine
(1797-1856) e Karl Marx (1818-1883), ma soprattutto dei grandi intellettuali
del periodo weimariano: gli scrittori Thomas Mann, Heinrich Mann, Bertolt
Brecht, Alfred Döblin, Joseph Roth, i filosofi Ernst Cassirer, Georg Simmel, Theodor
W. Adorno, Walter Benjamin, Herbert Marcuse, Max Horkheimer, Ernst Bloch,
Ludwig Wittgenstein, Max Scheler, Hannah Arendt, Edith Stein, Edmund Husserl,
Max Weber, Erich Fromm, Martin Buber, Karl Löwith, l'architetto Walter Gropius,
i pittori Paul Klee, Wassili Kandinsky e Piet Mondrian, gli scienziati Albert
Einstein e Sigmund Freud, i musicisti Arnold Schönberg e Alban Berg, i registi
cinematografici Georg Pabst, Fritz Lang e Franz Murnau e centinaia di altri
artisti e pensatori che avevano gettato le basi intellettuali dell'intera
cultura del Novecento.
Certo, ne corre tra l'immenso rogo di
Opernplatz e i fuocherelli accesi dai fanatici polacchi, forse intirizziti dal
freddo e in cerca di un consenso che tende a scemare, ma non dimentichiamo che anche
Hitler cominciò la sua scalata al potere da una piccola formazione politica semisconosciuta
fino ad arrivare al Cancellariato. Non bisogna mai abbassare la guardia, bisogna
restare vigili (senza scadere nell'allarmismo sconsiderato ovviamente). Dobbiamo
sempre tenere presente che la democrazia è fragile, è un compromesso tra forze
e va tutelata e vigilata. Nessun diritto è purtroppo mai acquisto finché non
saranno completamente incamerati nella coscienza civile di un popolo (vedi
quello che è accaduto in Afganistan, Iran e recentemente in Turchia, dove uomini
forti facendo leva sulla paura della gente e sulla diffidenza, hanno creato nuovi
regimi totalitari). Resta il fatto che, dittatura o meno, sia essa religiosa o
politica, concordo pienamente con Heinrich Heine, che nel 1821 nella sua
tragedia Almansor scrisse "dove si bruciano i libri si finisce per
bruciare anche gli esseri umani".