Ad essere davvero choccanti sono
i commenti dei cittadini sotto i vari articoli delle diverse testate on line. "Siete
sicuri che è la giusta integrazione e che non è un "infiltrazione"?"
dice qualcuno. "Meglio essere cauti, ed evitare che porti a casa armi da fuoco"
ribatte qualcun´altro. Fino ad arrivare a post che definirli deliranti è poco. "Inizia
anche da noi quello che è già successo in Inghilterra, Francia e Germania. Ben
diverso è includere un induista o un buddhista. Questo Badar è un musulmano
osservante e praticante, subisce il fascino dell'arma poiché da sempre l'Islam
ammira i più forti, in linea con la sua matrice guerriera, tribale e politica.
In molti paesi europei gravi problemi e pericoli derivano proprio dalla
presenza di islamisti nei settori sensibili, polizia, esercito, organi
militari, scuola, trasporti, politica e amministrazione. Gli islamici
osservanti usano le nostre leggi e diritti, si infiltrano e, poi,
inevitabilmente favoriscono la loro umma, la comunità dei fratelli in Allah,
contribuendo dall'interno alla modifica e islamizzazione della società che li
ospita." Questo post mi ha colpito particolarmente (ed è solo uno dei tanti di
questo tenore), perché denota la non conoscenza della situazione
internazionale, di come le altre forze armate si muovono e di come la mentalità
di molti italiani sia ancora tarata su concetti vecchi, stantii e retrogradi.
Questi post trasudano paura,
ignoranza, pressappochismo, pregiudizi. Sono la voce di chi si oppone ad un cambiamento
inevitabile, che combatte contro l'integrazione per preservare una presunta
purezza che non c'è mai stata perché il popolo italiano è da sempre un miscuglio
di razze, tradizioni e culture diverse. Molti ignorano di proposito che l'Italia
è stata fatta dalla unione di diversi staterelli con tradizioni diverse, spesso
essi stessi risultanti di diverse dominazioni (in Sicilia se ne contano ben
11), con lingue differenti e differenti costumi. L'idea che esista un "popolo
italiano puro" è pura idiozia. Eppure, questi nuovi patrioti, sovranisti dell'ultima
ora, puristi della razza e profondamente ignoranti della propria storia e cultura,
urlano contro il complotto ma non capisco, non sanno, non si fermano a pensare.
Perché sono attanagliati dalla paura e si difendono dietro gli stereotipi. Con
i pregiudizi credono di poter mantenere il controllo, creare una linea di
demarcazione, di circoscrivere una appartenenza, di darsi una forma. Perché hanno
paura di perdere una identità che in realtá abbiamo conquistato da poco e di
cui secondo me non siamo ancora pienamente coscienti. Soprattutto hanno bisogno
di tenere gli altri fuori, di sentirsi superiori e quindi uniti. La società si
evolve e soprattutto quella italiana, che si è arricchita con l'innesto di
altre culture, può e deve scommettere sulle storie di integrazione come quelle
di Badar e dei tanti stranieri che, nel pieno rispetto delle nostre regole (e
forse piú rispettose di noi), decidono di percorrere la strada della
integrazione e del servizio alla Nazione di cui si sentono (e sono) parte. Chi
si integra ha l'obbligo di seguire le regole ed il diritto di poter trovare
spazi per farlo.