C'è un vecchio trucco nel mondo della politica, ed è così banale che fa quasi ridere: sposta il confine di ciò che è accettabile un po' alla volta e la gente si adatterà senza accorgersene.
La Finestra di Overton è in Fiamme: O Ci Spostiamo a Sinistra o Ci Buttano Giù
di Nicola Accordino

C'è un vecchio trucco nel mondo della politica, ed è così banale che fa quasi ridere: sposta il confine di ciò che è accettabile un po' alla volta e la gente si adatterà senza accorgersene.
Oggi ti dicono che bisogna "capire" i nazionalisti perché "hanno paura del cambiamento". Domani i nazionalisti diventano ministri. Dopodomani ti spiegano che mettere qualche telecamera in più e schedare gli immigrati "non è poi così grave". Poi arriva il coprifuoco per i senzatetto. Poi le ONG che salvano vite in mare vengono criminalizzate. Poi iniziano a licenziare i professori "troppo di sinistra" dalle università. E alla fine un bel giorno ti svegli e scopri che la tua idea di "democrazia" è diventata un museo, una cosa carina da ricordare ma che ormai non si usa più, come le cabine telefoniche o i CD di Gigi D'Alessio.
Benvenuti nel meraviglioso mondo della Finestra di Overton, il trucco con cui ci fregano ogni giorno.
Joseph Overton, un tizio che probabilmente oggi si rivolterebbe nella tomba vedendo come il suo nome viene usato, spiegava che le idee accettabili in una società si spostano nel tempo. Ciò che oggi sembra impensabile, domani diventa tollerabile, poi accettato, poi la norma.
E chi è bravissimo a giocare con questa finestra? La destra.
Facciamo qualche esempio pratico:
- Negli anni '90, i partiti conservatori europei erano a favore della libertà di stampa, della democrazia liberale e del libero scambio. Oggi flirta con il sovranismo, con l'idea che i giornalisti siano "nemici del popolo" e con il protezionismo economico più becero.
- Trump nel 2015 dice che "costruirà un muro" e tutti ridono. Oggi il muro è realtà e i democratici non riescono nemmeno a smantellarlo.
- In Italia Salvini inizia con le sparate sui migranti. Prima tutti indignati, poi qualcuno dice "eh ma qualche ragione ce l'ha", poi il discorso diventa mainstream. Oggi è accettato che una persona possa morire in mare perché "non possiamo accoglierli tutti".
In Ungheria Orbán parla di "democrazia illiberale" e lo prendono per pazzo. Oggi la sua è una dittatura strisciante dentro l'UE, e la destra europea lo applaude. Corre dietro alla destra come un cane che rincorre una macchina. Ma invece di abbaiarle contro, prova a blandirla:
- "Non possiamo essere troppo radicali…"
- "Dobbiamo capire le paure della gente…"
- "Forse dobbiamo avvicinarci di più ai moderati…"
Il risultato? Disastro totale.
- Germania: la CDU fa l'occhiolino all'AfD, mentre i socialdemocratici annaspano senza un'identità chiara.
- Italia: il PD è più impegnato a litigare su Instagram che a difendere lavoratori e studenti. Schlein prova a dare una svolta, ma il partito è così abituato a stare in ginocchio che appena sente odore di scontro politico si spaventa.
- Francia: Macron si crede Napoleone, la sinistra è debole e intanto Le Pen aspetta il suo turno.
- USA: Biden è meglio di Trump, certo. Ma il Partito Democratico ha ancora paura di candidare qualcuno con idee vere, quindi invece di Sanders ci ritroviamo sempre con candidati tiepidi.
Immagina di essere a un concerto rock, ma invece di un assolo di chitarra elettrica, senti un tizio sussurrare dolcemente: "Scusate, posso dire una cosa…?" Ecco, questa è la sinistra. Mentre la destra urla, agita le braccia e lancia molotov ideologiche, la sinistra cerca di non disturbare troppo. E il pubblico, ovvero il popolo, alla fine segue chi ha più energia.
- Non è che la gente vota a destra perché la ama. La vota perché urla più forte.
- La destra ripete ossessivamente le sue idee. E anche se sono assurde, alla fine la gente ci crede.
- La sinistra invece si vergogna delle proprie idee, le sussurra, le annacqua. Risultato? Sparisce.
Radicalizzarsi non è un insulto. È una necessità.
Se la finestra si sposta sempre a destra e tu non ti sposti a sinistra, stai comunque andando a destra. Non esistono posizioni neutre in politica: o combatti per qualcosa o sei trascinato via.
E radicalizzarsi non significa diventare estremisti, significa avere il coraggio di difendere idee chiare e forti:
- Sanità pubblica? Un diritto, non un privilegio.
- Istruzione gratuita e di qualità? La base di una società civile.
- Lavoro dignitoso? No, non basta "creare posti di lavoro", bisogna che siano pagati bene.
- Lotta alla crisi climatica? Non si negozia con il pianeta.
- Difesa delle minoranze? Non è un capriccio woke, è democrazia.
Radicalizzarsi significa non cedere di un millimetro. Significa spostare la finestra di Overton a sinistra, perché se non lo facciamo noi, lo farà qualcun altro.
E qui arriviamo a noi. Se aspettiamo che i partiti facciano tutto, siamo finiti. Dobbiamo muoverci.
- Basta stare chiusi nei social.
- Instagram e TikTok non cambiano il mondo. Scendiamo in piazza, manifestiamo, facciamoci sentire.
- Facciamo rete.
- Parliamo, discutiamo, organizziamoci.
- Iscriviamoci alle associazioni, ai partiti, ai movimenti.
- La politica si cambia da dentro, non solo da fuori.
- Chi si sente di sinistra, lo dica con orgoglio.
- Non facciamoci intimidire dai quattro nostalgici del manganello e dell'olio di ricino.
- Chi si sente di destra, lo dica pure.
- Ma poi ci spieghi perché vuole un mondo peggiore per sé e per i suoi figli.
Siamo più di loro. Più della destra becera, più dei ricchi che vogliono tenerci divisi, più di chi sogna un mondo di disuguaglianze e paura. Se facciamo rumore, se ci organizziamo, vinciamo.
Il futuro non si scrive da solo. O lo scriviamo noi, o lo scriveranno loro.
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