45. Se questo è un giornalista 

29.04.2020

Non sono un grande fan della TV, specie di quella urlata e piagnucolante, ma da quando ho cambiato casa mi trovo spesso a guardarla mentre mangio, sintonizzandomi su Rete quattro per il gusto di rivedere alcune serie che mi ricordano la mia infanzia e che guardavo quando ancora abitavo in Sicilia non la mia famiglia. Solo che Rete quattro non è piú la rete che era un tempo, adesso ospita alcuni dei programmi televisivi piú beceri, complottisti e vergognosi della TV commerciale, peggio del viscido Vespa o del tendenzioso. Grazie a programmi come "Fuori dal Coro" è diventata la rete sovranista, quella che critica sempre e comunque il governo e sostiene neanche tanto velatamente una certa politica urlata e piena di insulti.

Mario Giordano era un giornalista che apprezzavo un tempo. Ispirava simpatica con la sua voce particolare in contrasto con la sua corporatura robusta. Ricordo quando dirigeva Studio Aperto, gli anni delle sue prime inchieste, anche di un certo spessore dopo aver lavorato con Gad Lerner, quando era oggetto di parodie per via dei toni acuti della voce e per il veloce eloquio in cui spesso le parole si accavallano le une sulle altre senza soluzione di continuità. Come dimenticare quando nel 2004, a Mai dire domenica, il comico Fabio De Luigi ne fece uno dei personaggi del suo repertorio, ironizzando sul suo programma L'alieno. È rimasto nell'immaginario collettivo, faceva quasi simpatia

Ma poi qualcosa deve essersi guastato, e da alieno si è trasformato lentamente ed inesorabilmente in Lewis Prothero, l'influente anchorman soprannominato La Voce di Londra del film V for Vendetta, portavoce del governo dispotico di Norsefire (un affiliato lui stesso). E come Prothero nel film  diffonde Fake news e distorce la realtá per favorire il regime, cosí Giordano usa il mezzo televisivo a lui affidato per distribuire odio a gratis, invitando personaggi discutibili, controversi e presentando teorie imbarazzanti per qualsiasi persona sana di mente. Per rendersi conto di quanto questo programma sia deleterio per i neuroni delle persone, basta guardare anche solo lo spot della trasmissione, che guasta i miei momenti di svago durante le interruzioni dei telefilm di cui sopra.

Una tiritera che fa venire lo sconcerto anche a chi quel programma lo evita come la peste e, per come viene confezionata la promo, può risultare deleterio come la visione stessa del programma. Per esempio, nello spot in onda in questi giorni, si vede un frame in cui il "giornalista" dichiara, con un fare complottista (quasi a voler rimarcare una notizia in stile "noncielodicono") che a Wuhan "un laboratorio c'è!" (grazie al c***o, stiamo parlando di una città con quasi 12 milioni di abitanti). Giusto per farvi capire lo sconcerto che provo ogni volta. E non oso immaginare quale trashume possa uscire dal quella infame trasmissione. 

Ma quello che fa ributtare sinceramente non sono solo i contenuti ma come li veicola. Se lo stesso Emilio Fede in una intervista lo ha bacchettato dicendo che "non è la D'Urso ma un giornalista", ebbene vuol dire che Giordano riesce a superare la regina del trash. Urla, fa le moine, ma è la mimica facciale il tocco da maestro, insieme alla teatralità. Piagnucola, fa smorfie, frigna, entra nella parte dell'indignato, anzi del bambino a cui la mamma ha tolto i videogiochi dopo cena. Giordano con Fuori dal coro ha varato un genere unico. "Dove sono i soloni, i professori, che ci hanno dato lezioni.", con le "o" allungate e l'espressione facciale sofferente di chi la mattina non riesce ad andar bene di corpo.

Il massimo eccitamento lo raggiunge quando tocca il filone "prima-gli-italiani", grande cavallo di battaglia di questo governo. "Ho una storia pazzesca da raccontarvi", grida, prima di lanciare un servizio più sensazionalistico delle gag di Maccio Capatonda quando imita la televisione di Barbara d'Urso. Si indigna, si agita, scalpita e poi, in una farsesca imitazione di Gianfranco Funari, si avvicina alla telecamera, guarda in camera, e si rivolge direttamente alle istituzioni, di solito quelle avverse alla sua (ormai apertamente dichiarata) parte politica. Ma non tutte le ciambelle riescono con il buco e spesso anche lui piscia fuori dal vaso, non certo aiutato dai suoi ospiti "illustri". L'ultima strigliata la sta ricevendo, su piú fronti (e per fortuna anche a livello di ordine dei giornalisti) grazie ad un altro "giornalista" come lui, Vittorio Feltri.

Il direttore de Libero non è certo nuovo ad affermazioni in chiave antimeridionale, ma questa volta ha suscitato le ire di tutti dichiarando, nel corso della trasmissione di Giordano (di cui è assiduo ospite) che "I meridionali in molti casi sono inferiori" e una sfilza di altri stereotipi e illazioni. Il conduttore ha a onore del vero espresso una debole opposizione a questa tesi, seppur tra sorrisetti compiacenti che ricordavano la già troppe volte citata Barbarella nella sua famigerata litigata con Sgarbi. Come ha infatti fatto notare su Facebook Lucio Presta, agente di molti volti noti della televisione (da Paolo Bonolis ad Amadeus e Antonella Clerici solo per citarne alcuni, n.d.r.): "E dopo i sorrisi complici con il direttore Feltri e la frase sghignazzando "direttore no che così mi si arrabbiano" ci siamo tolti ogni dubbio su Mario Giordano, anche lui è del ramo d'impresa INGUARDABILI di Video News" aggiungendo che nessuno dei personaggi che rappresenta metteranno piú piede in simili trasmissioni. 

Un giornalista serio, avrebbe preso le distanze e marcatamente dalle "opinioni" di Feltri, avrebbe chiuso il collegamento, avrebbe cercato in qualche modo di arginare quel fiume di parole (su cui l´Ordine dei giornalisti valuta una denuncia "per danno d'immagine" e lo scrittore Maurizio De Giovanni e il senatore Sandro Ruotolo hanno deciso di agire in sede civile e penale, ipotizzando una violazione della legge Mancino, che sanziona le manifestazioni di odio). Ma Giordano ormai non è né un giornalista né serio, ha superato da tempo il limite della decenza, dalle famose zucche spaccate in diretta per protesta contro Halloween. Ha presentato si delle scuse, ma solo dopo che la frittata era fatta e sempre nel suo stile da attore martirizzato dai poteri forti, in diretta e cancellando simbolicamente i confini delle Regioni per mostrare come l'Italia sia un'entità unica e non divisa.

Tutte lacrime a latte versato per una trasmissione vergognosa, complottara e che diffonde notizie inesatte e tendenziose, che invita personaggi incommentabili e imbarazzanti, ma seguita da una media di 1.513.000 spettatori con il 6.8% di share, e i dati sono in crescita. E questo è molto pericoloso per un tipo di "giornalismo" molto fazioso, divisivo e soprattutto, becero e discriminatorio.